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Il Ghetto di Roma ad Agosto ha un fascino unico tutto da scoprire.

Sebbene i ritmi rallentino e le strade della Capitale si popolino di turisti e di cittadini che scelgono di godersi la città in una veste meno caotica e insolita.

Di seguito vi proponiamo un itinerario che parte dall’antico quartiere ebraico, uno dei tesori nascosti della Capitale, ricco di testimonianze archeologiche e culturali, oltre che religiose, ma anche di ricercatezze e specialità culinarie che hanno ispirato in maniera significativa la cucina tradizionale romanesca.

Una passeggiata perfetta per chi si trova in visita a Roma e per coloro che vogliono trascorrere una giornata all’insegna del buon cibo e della cultura.

Scopriamo insieme i luoghi più affascinanti di questo antico quartiere e tutto ciò che c’è di bello nei dintorni.

Passeggiata al Ghetto di Roma

Ci troviamo in uno dei quartieri più antichi   e ricchi di storia di Roma, sorto il 12 luglio del 1555 quando papa Paolo IV revocava tutti i diritti concessi alla comunità ebraica romana ordinando l’istituzione del Ghetto ebraico di Roma.

Partiamo davanti al nostro ristorante, in via del Portico d’Ottavia, cuore pulsante del quartiere.

Un tempo, l’ingresso al Ghetto ebraico di Roma era consentito attraverso due porte che venivano chiuse al tramonto per essere riaperte all’alba e che si trovavano lungo la cinta muraria eretta da Ponte Fabricio fino al Portico d’Ottavia. Con l’aumentare della popolazione, le porte furono ampliate sino ad arrivare a otto. Il muro di cinta del Ghetto venne abbattuto il 17 aprile del 1848 segnando la fine di un’era.

Continuando la nostra passeggiata lungo via del Portico d’Ottavia, notiamo particolari sampietrini, le Stolpersteine o Pietre d’Inciampo, installate a partire dal 1995 dall’artista tedesco Gunter Demnig in tutta Europa. Sono e parte integrante di quest’area che ricordano la triste sorte abbattutasi sul popolo ebraico ad opera dei nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Il nostro tour continua verso via della Reginella, unodei vicoli più caratteristici della zona e probabilmente la testimonianza più reale dell’angustia dell’antico Ghetto. Oggi , grazie all’iniziativa di alcuni commercianti, è stata riqualificata attribuendole un carattere e un indirizzo artistico.

Da qui giungiamo in Piazza Mattei dove impera la bellissima Fontana delle Tartarughe, ideata a fine VI Secolo da Giacomo Della Porta, il maestro delle fontane monumentali di Roma.

Usciamo dal Ghetto e attraversiamo il lungotevere per passare su Ponte Fabricio in direzione dell’Isola Tiberina, l’unica isola urbana del Tevere nel centro di Roma.

Tempio di Ercole Vincitore e Bocca della Verità

Risaliamo dall’Isola Tiberina e percorriamo il Lungotevere fino all’altezza di Ponte Palatino per poi dirigerci verso il Foro Boario dove si teneva il mercato di bestiame della città antica.  

La zona, ricca di monumenti e luoghi da visitare, risalenti all’età romana ma anche alle epoche successive, è principalmente nota per la presenza della Bocca della Verità.

Piazza Bocca della Verità prende il nome dall’usanza medievale di far inserire all’accusato di un crimine la mano nella bocca di un mascherone, una grossa pietra circolare che rappresenta un volto urlante: se l’imputato era  innocente non succedeva nulla, mentre se fosse risultato colpevole veniva amputata la mano.

Da qui percorriamo via Luigi Petroselli e ci dirgiamo verso il Teatro Marcello, teatro chiamato da molti cittadini romani “il piccolo Colosseo” ma in realtà fu realizzato prima dell’Anfiteatro Flavio. Fu infatti voluto dall’imperatore Augusto per il nipote Marcello, e risale al I secolo a.ctogliere a capoQui si svolgevano tragedie, commedie ma anche gare di poesia e musica.

A differenza del Colosseo, con la caduta dell’impero romano il Teatro Marcello  si salvò dal riutilizzo dei suoi materiali perché divenne una fortezza utilizzata per il controllo di una parte della città di Roma. Oggi la struttura è in gran parte integra e sono presenti anche delle abitazioni al suo interno.

Avanziamo dunque di nuovo verso il Ghetto e ci troviamo di fronte al Portico d’Ottavia, fatto costruire da Augusto nel 23 d.C. Originariamente era un porticato per il passaggio delle persone ed era decorato con pitture e sculture. C’erano due Templi, uno dedicato a Giove e l’altro a Giunone, delle biblioteche, era rettangolare e delimitato da una doppia fila di colonne, 113 metri per 35 metri.

Nel medioevo la zona fu chiamata Foro Piscario o Foro Piscium, poiché qui si teneva il mercato del pesce. Dalla costa le imbarcazioni cariche di pesci arrivavano al Porto di Ripa Grande, che si trovava lì vicino.

Rientriamo dunque nel Ghetto per terminare il nostro tour a piedi e per ristorarci.

Il nostro ristorante in Via del Portico d’Ottavia

Dopo aver scoperto le bellezze culturali di questo angolo di Roma, è giunto il momento di concedersi un break alla scoperta dei sapori della cucina giudaico romanesca: tappa fissa per turisti e romani in visita al Ghetto.

Venite a trovarci, a pranzo o cena e scoprite il nostro menù.

Siamo aperti tutti i giorni tranne il mercoledì dalle 12:00 alle 15:30 e dalle 19:00 alle 23:00.

Il Giardino Romano

Via del Portico d’Ottavia, 18

Per info e prenotazioni: +39 0668809661